Amiamo gli ulivi come figli, con lo stesso amore che la gente del Monferrato ha riservato alla vite.

Anche noi, i Veglio di Patro, sulle colline soleggiate che guardano Moncalvo, ai confini delle province di Asti e Alessandria, abbiamo avuto per decenni le vigne e facevamo vino. Soprattutto barbera generosa e suadente, ma anche il sapido grignolino e un po’di freisa, allegra e vivace. 

Oggi su quelle stesse colline coltiviamo gli ulivi e facciamo nascere un olio extravergine, made in Piemonte.

Sì, proprio così, nato in Piemonte da olive che abbiamo visto crescere e accudito con cura. Raccolte ad ogni fine ottobre con l’antica tecnica della bacchiatura meccanica e le reti e trasferite entro un massimo di 12 ore al frantoio.

L’albero dell’ulivo per noi era solo una pianta ornamentale che ci aveva regalato un amico ligure, raccomandatoci di sistemarla in un luogo ben esposto, lontana dai venti freddi.

Quell’albero bellissimo, che ogni anno vinceva la sua battaglia vitale sul nostro inverno e ad ogni primavera metteva foglioline nuove di un verde prima tenue poi più intenso e scuro, ci ha fatto ripensare a quanta forza abbiano gli esseri viventi in natura. E abbiamo pensato che non sempre le regole dettate dall’uomo sono immodificabili. Del resto un tempo in Piemonte gli ulivi c’erano già. Lo testimonia qualche albero pluricentenario rimasto come vecchia sentinella di una stagione dagli inverni più miti e anche la toponomastica del nostro territorio. 

Paesi come Olivola nel Casalese, monte oliveto nel comune di Ponzano Monferrato a due passi dal Santuario di Crea raccontano di un passato dove l’olivo e l’olio erano di casa anche nel cuore del Piemonte.

A Moncalvo invece, a memoria d’uomo, non c’erano tracce di olivi, ma bella posizione dei nostri terreni, soleggiati e riparati dai venti ci ha indotto a provare.

L’incontro con Elio un contadino floricoltore di Civezza, paesino a pochi chilometri dal mare, sulle colline di roccia sopra Imperia, ci ha dato coraggio. E’stato lui ad ispirarci.

La nostra esperienza contadina ha fatto il resto con l’aggiunta di un pizzico di concreta follia monferrina.

Ci siamo dati da fare, abbiamo viaggiato per le zone olivicole di Liguria e Toscana, chiesto consigli, sbagliato e riprovato.

Su un bel pianoro sopra la nostra casa, la cascina del Coletto, in una zona chiamata Rocca Galera, dove dalla terra emergono rocce che raccontano di ere lontane, abbiamo messo a dimora i primi 300 alberelli di ulivi. Fin dall’inizio abbiamo messo a confronto varietà diverse per valutare la loro resa e il loro adattamento climatico e al terreno.

Il primo olio è nato nel tardo autunno del 1997. E per noi fu un gran giorno, la sensazione di aver raggiunto un obiettivo, ma la strada da percorrere era ancora lunga.

Oggi gli alberi sono 1200 e il nostro è certamente il più vasto oliveto coltivato in terra piemontese oggi in produzione.   

   

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